Sathya Sai Italia

Home: Home / Discorsi Divini / DD1999 - millenovecentonovantanove / 19990314 - 14 marzo
A+ R A-

19990314 - 14 marzo

E-mail Stampa PDF

Discorso Divino
Bhagavân Shrî Sathya Sai Baba
14 marzo 1999

 

Aprite le porte del cuore!

 


La vera bellezza di questa sacra terra è la tolleranza. Di tutte le sacre virtù, l’aderenza alla verità è il vero sacrificio. Il dolcissimo sentimento esistente in questo Paese è l’amore verso la propria madre, e il carattere viene qui considerato assai superiore alla vita stessa. I fondamentali princìpi della cultura indiana sono stati però dimenticati e si è adottata la cultura occidentale perché gli Indiani non sono consapevoli della grandezza del proprio patrimonio culturale, così come il possente elefante non è cosciente della sua forza.


L’uomo, se perde la ricchezza, può sempre riottenerla;
se perde un amico, può farsene un altro;
se perde la moglie, può risposarsi;
se perde un terreno, può averne un altro.
Se però perde il corpo, non potrà più riottenerlo.


(Swami ha visitato, negli ultimi quattro giorni, diverse parti della capitale, Delhi, senza concederSi un attimo di riposo: ha tenuto diversi discorsi e incontrato eminenti personalità. Pertanto, la Sua voce evidenzia ora qualche difficoltà).

Incarnazioni dell’Amore,
oggi l’uomo intraprende vari sentieri per acquisire saggezza. Tuttavia, la conoscenza che ha accumulato non è conoscenza nel vero senso del termine. Tutto ciò che si vede, si pensa, si ode, è sinonimo di ignoranza. La conoscenza dello Spirito, quella atmica, è vera conoscenza, vale a dire Brahmajñana. Atma, Brahman, Jñana sono sinonimi. Su questa base, i Veda dichiarano: Satyam jñanam anantam Brahma: "Brahama è Verità, Sapienza, Eternità".

La saggezza è conoscenza dell’Assoluto
Che cos’è la saggezza? Tutto ciò che è relativo ai nostri sensi, agli oggetti effimeri del mondo materiale e le nostre azioni, parlano della nostra ignoranza. La saggezza appare nel momento in cui la mente viene ritratta, annientata. Lo stato privo di pensieri, fra due pensieri consecutivi, è Brahmajñana.
L’uomo, incapace di sperimentare tale stato, è irretito dalle futili, effimere e transitorie cose del mondo. Fin dai tempi antichi, la cultura indiana ha posto l’accento su questi tre aspetti: azione (work), adorazione (worship) e saggezza (wisdom). Il riflesso di questi tre è vera saggezza.


SAI significa trasformazione
Che cos’è il servizio? Che cos’è l’azione? Sono termini differenti, usati in accezioni diverse, eppure indicano la stessa cosa. Pertanto azione, adorazione e saggezza cominciano tutte e tre con il servizio. Indipendentemente dal servizio, se esso è svolto con pensieri puri e sentimenti divini, diventa upasana (adorazione).


Sai: trinità di azione, adorazione, saggezza
Che cos’è la saggezza? La saggezza è quella che nasce quando cessano tutti i pensieri legati ai sensi. La conoscenza dello Spirito, che sorge quando la mente viene completamente annullata, è vera saggezza. La filosofia di Sai parla di unità della trinità di azione, adorazione e saggezza. Nella parola SAI, S sta per "servizio", a per "adorazione" e I per "illuminazione". Lo stesso nome di Sai, quindi, parla del triplice sentiero di azione, adorazione e saggezza.
L’uomo necessita di tre generi di cambiamento: spirituale, sociale e individuale. Quindi, tutti e tre sono indispensabili. Cambiamento spirituale, cambiamento associativo e cambiamento individuale. Il cambiamento spirituale è contraddistinto dalla S; il cambiamento associativo dalla A e il cambiamento individuale dalla I. L’unità di questi tre forma sai, che è il fondamento primigenio. Questa filosofia è stata propagata fin dall’antichità in questa sacra terra.


L’India rappresenta l’unità nella diversità
Incarnazioni dell’Amore,
la cultura indiana professa l’unità nella diversità, il che è vera saggezza. Nell’uomo moderno non vi è alcun cambiamento. Vi sono molti intellettuali che notano la molteplicità nell’unità, ma molto pochi sono gli uomini di saggezza che osservano l’unità nella diversità. Fin dall’antichità, gli abitanti di questa sacra terra hanno praticato tali princìpi e li hanno condivisi col resto del mondo.


Questa terra ha sempre pregato per il progresso e il benessere del mondo intero. Questo è il significato dell’affermazione vedica: Lokassamasta­ sukhino bhavantu: "Possano tutti i mondi essere felici". Questa dichiarazione non è dunque confinata esclusivamente all’India: noi preghiamo per il benessere di tutto il mondo, di tutti i paesi. Purtroppo, gli Indiani odierni non riescono a comprendere la cultura della loro terra, che è così vasta e ricca di ampie vedute; essi ne danno una versione distorta, avendone dimenticato la realtà, e procedono su un sentiero sbagliato.

Incarnazioni dell’Amore,
dovete comprendere la santità che sta dietro alla cultura indiana. Si possono leggere svariati libri, incontrare anime nobili e ascoltare insegnamenti sacri, ma la realtà è una! Si leggono centinaia di libri, ma non c’è nessuno che li traduca in pratica. Se si legge un libro è sufficiente metterne in pratica almeno un principio.


Il corretto uso dei sensi
Buddha, ai suoi giorni, scrisse molti libri, incontrò svariate persone e ascoltò numerosi discorsi, ma tutto ciò non lo soddisfece. Perché? Perché tutto ciò aveva a che fare col mondo materiale, con la negatività. Finché, al nostro interno, albergano sentimenti negativi, non possiamo capire ciò che è positivo. Dobbiamo quindi chiaramente comprendere quanto è positivo. Avere un atteggiamento positivo significa fare buon uso dei sensi donatici da Dio. Buddha chiamò ciò samyag drsti, retta visione. Una volta che abbiamo il controllo della nostra visione, possiamo sviluppare samyag sravanam, il buon ascolto, ottenuto il quale possiamo sviluppare samyag bhava, buoni pensieri. Essi porteranno prontamente a samyag karma, le buone azioni. In seguito, assaporerete samyag ananda, la suprema beatitudine.


L’uomo, oggi, sta compiendo ogni sforzo per essere felice, beato. Da dove si ricava la felicità? Dalle cose materiali, dal mondo, dagli individui, dai libri? No, nient’affatto! La felicità si trova nel proprio Sé. Avete dimenticato il vostro vero Sé, che è la fonte della beatitudine, e lottate duramente per avere un’artificiale felicità esteriore. Quella che generalmente viene denominata "arte" (art) ha a che fare con una visione esteriore, mentre il cuore (heart) risiede all’interno. Di fatto, l’arte trova la sua origine nel cuore, il quale è il riflesso dell’Essere interiore.


Non siete consapevoli della realtà che si trova nel cuore; lì c’è tutta la felicità. Il principio dell’amore origina dal cuore, non dal mondo. Tutti dovrebbero sviluppare sempre più amore, mentre l’amore oggi sta diminuendo giorno dopo giorno. Ovunque, regnano odio e ira; ovunque volgiate lo sguardo, troverete desideri, inimicizia e paura. Come potete aspettarvi di avere pace? Come potete aspettarvi di essere felici? È impossibile. Accendete la lampada dell’amore interiore; allora potrete rimuovere paura e illusione. Potete fare una chiara esperienza, avere la visione della saggezza. Finché non sperimentate la reale visione del Sé, siete destinati a soffrire.


Un tetto ai desideri, unica via per la felicità

Dovete mettere un tetto ai vostri desideri. Si pongono dei limiti alla propria casa, alle proprietà e anche alla mente, ma non si pone un limite o un tetto ai desideri. "Porre un tetto" significa esercitare un controllo, mettere un freno ai propri desideri. Potrete diventare felici solo quando i vostri desideri saranno sotto controllo.


La vita è un lungo viaggio: dovreste portare meno bagagli in questo lungo cammino. Perciò si dice: "Meno bagagli, più agio: ciò rende piacevole il viaggio!" Sarete felici e beati il giorno in cui eserciterete un totale controllo sui desideri: quindi, ciò che dovete fare oggi è mettervi un tetto. Dovete sradicare i vostri desideri giorno per giorno.


Si pensa erroneamente di ottenere la felicità attraverso il soddisfacimento dei propri desideri, ma la felicità non consiste in questo. Essa si manifesta quando i desideri sono totalmente distrutti. Si otterrà la felicità non soddisfacendo, ma quietando i desideri; attraverso la loro limitazione si progredirà verso lo stato di rinuncia.


Avete molti desideri. Che cosa ne ricavate? Quando reclamate qualcosa come vostro, dovete affrontarne le conseguenze. Se affermate che la terra è vostra, dovete mieterne le messi. Perciò, l’istinto dell’ego e dell’attaccamento vi causerà sofferenza; eliminando invece questo sentimento, troverete la vera felicità. Sforzatevi di creare il benessere nel vostro Paese.


L’indipendenza non dipende dagli altri

Il Primo Ministro, i ministri, il giudice supremo dell’India e altre eminenti personalità si sono riunite a Delhi, la nostra capitale. Tutti hanno parlato della libertà ottenuta 50 anni fa. Il Presidente ha dedicato molta parte del suo discorso a parlare dell’indipendenza. Questo, però, non Mi ha soddisfatto. Sì, abbiamo ottenuto l’indipendenza, affrontando problemi, disordini e agitazioni, e perdendo molte vite. In questo Paese abbiamo ottenuto l’indipendenza, ma non l’unità. A che serve l’indipendenza senza l’unità? Abbiamo sognato questa indipendenza? Ebbene, dopo averla raggiunta sono aumentati gli omicidi, i rapimenti, i furti e ciò ha portato alla mancanza di pace. È questa l’indipendenza che volevamo? No. L’indipendenza deve portare la pace e sviluppare la cultura della nazione. Non dovremmo dipendere dagli altri, ma essere indipendenti sotto ogni aspetto.


Gloria a questa sacra terra!
Che cos’è questa indipendenza? Attraverso di essa, i sentimenti dovrebbero sgorgare dal cuore; dovremmo nutrire sentimenti sacri. Da ora in poi, sviluppiamo sacri sentimenti! L’India è una terra santa, ove sono nate anime nobili. Essa fu governata dallo stesso Signore Rama. È la terra della Divina Canzone, la Bhagavad Gita. È la patria del primo poeta, Valmiki; di Vyasa, che codificò i Veda. È il Paese ove camminò il Signore Buddha. È una terra di merito e sacrificio, ove nascono ricercatori spirituali, veggenti e saggi. L’uomo moderno, invece, non possiede nemmeno un’oncia di sacrificio.

L’immortalità non può essere ottenuta né con le opere rituali,
né con la nascita, né con la ricchezza,
ma solo per mezzo del sacrificio.

Dobbiamo quindi coltivare lo spirito di sacrificio. Quando nasce l’amore, nasce anche lo spirito di sacrificio. Sviluppate dunque l’amore per dar modo allo spirito di sacrificio di manifestarsi.


Sacrificare le cattive qualità è l’unica soluzione

Esistono tanti problemi fra le persone. In questo Paese ci sono molte persone ricche, molte che nutrono spirito di sacrificio. Abbiamo anche uomini di valore, coraggiosi, ardimentosi. Sono tutti qui, ma a che pro? C’è odio fra persona e persona: esiste ostilità e non amicizia fra un cantante e l’altro, odio fra due ballerini. Vi è insomma ostilità in ogni campo. È una pessima qualità. Si compiono cattive azioni allorché le qualità negative trovano posto nel proprio cuore. Si devono sacrificare le cattive qualità e alimentare l’amore.


Tutti sono uno: siate uno con tutti! Dobbiamo amare tutti: allora svilupperemo sentimenti grandi. Oggi, però, non esiste ampiezza mentale. Dovrebbe esserci espansione dell’amore, mentre oggi c’è contrazione dell’amore. Questo mondo è così grande e anche l’India è molto vasta. Ogni cittadino di questa sacra terra dovrebbe alimentare, ogni giorno di più, il principio del sacrificio, il principio dell’amore. Colui che va dietro alla mente causa la propria rovina; è peggiore di un animale. Chi segue l’Intelletto (Buddhi) è invece una persona saggia. Si deve, dunque, sviluppare l’Intelletto. Finché esiste la mente si è irretiti dall’illusione e destinati, quindi, a soffrire.


La mente è la sorgente del mondo

La mente è la causa del dolore, è piena di desideri, ed è essa che crea il paradiso o l’inferno.
Mano mûlam idam jagat: "Questo mondo è creazione della mente". Essendo forviati dalle fantasia e dai capricci della mente, irretiti dall’illusione, avete dimenticato la verità eterna.

Incarnazioni d’Amore,
amate la gente, amate tutti, ma non credete a tutti. Dovete riporre la vostra fiducia solo in Dio. Non odiate tuttavia nessuno. Advesta sarvabhûtanam: "Non nutrite odio verso alcun essere vivente". Amate e amate, ma riponete la vostra fiducia solo in Dio. Per quale ragione? Perché non nell’uomo? Perché l’uomo non è eterno. Nella Gita si afferma che il mondo è transitorio, passeggero, impermanente.


Non seguite il corpo, ma la Coscienza

Il corpo umano non è permanente, è pieno di sudiciume e malattie. Non può attraversare l’oceano della vita. Il corpo è un ammasso di ossa. O uomo, non credere mai che il corpo sia eterno! Ci si preoccupa del corpo che non è altro che una bollicina, dimenticando la freschezza e la fragranza della Divinità interiore. Dovremmo nutrire una forte fede nel Divino, che è eterno, e non nel corpo che è perituro. Il corpo è come una bolla d’acqua e la mente è come una scimmia pazza: non seguiteli! Seguite la Coscienza, che è il principio dell’Atma. Seguite la Coscienza! Sperimenterete la Divinità solo se seguirete la Coscienza. Solo così sarete destinati ad avere successo. Dio può avere qualunque forma, qualunque nome e trovarSi in qualunque ceto sociale. Egli Si aspetta solo amore; sviluppate dunque l’amore.


Coltivare l’amore è vera penitenza
Non occorre che facciate alcuna penitenza. Non c’è bisogno che vi sforziate. Potete invece facilmente coltivare l’amore che è dentro di voi. L’amore, che già esiste, dovrebbe essere manifestato. Anoraniyan mahato mahiyan: "Più sottile del sottilissimo, e più grande del grandissimo". Dovete condividere l’amore con tutti; dovete amare tutti, chiunque incontriate.


Sorridete! Il vostro destino è di essere felici. Sorridete anche se il vostro nemico si trova di fronte a voi. Oggi l’uomo non sorride più, e, se incontra un nemico, il suo viso si ricopre di rughe. Questo non è ciò che bisogna fare. Amate anche chi vi odia, amate chi vi ha fatto del male! Non è una cosa nobile danneggiare chi vi ha fatto del male. Sarà davvero una cosa grande se, invece di cercare le colpe della persona che vi ha offesi, voi l’aiuterete. Amate tutti coloro che vi hanno arrecato danno: in ciò consiste la vera grandezza!


Incarnazioni d’Amore,
l’esistenza umana è piena d’amore; voi siete incarnazioni d’amore. Lavorate solo per avere le qualità umane. Qual è lo scopo della vita? È l’Amore, solo l’Amore! L’Amore è Dio; vivete nell’Amore! Questo è ciò che bisogna fare. Dio Si manifesta solo quando si alimenta l’Amore. Non occorre che Lo cerchiate in qualche luogo; anche nella Bibbia si dichiara ciò. Ogni uomo cerca Dio in qualche posto, ma questo non è necessario.


Perché dovreste cercare Dio quando Egli è ovunque? Voi siete il Divino; siete incarnazioni di Dio. Ogni genere di disciplina spirituale risulterà vana se non conoscerete la vostra vera identità, il vostro Sé. Invece di chiedere agli altri: "Chi sei tu? Chi sei tu?", è meglio che ognuno chieda a se stesso: "Chi sono io? Chi sono io?" Questo è il mio libro. Questo è il mio bicchiere. Questo è il mio fermacarte. Dunque, chi sono io? Noi diciamo "mio", "mio": questa è maya, illusione. Prima conoscete chi siete voi.


Voi siete il vostro Sé
Tutto questo è materia ed è negativo. Questi sono oggetti materiali. Voi siete i signori di questo mondo materiale. Dominate la mente e diventate menti superiori. Questo è ciò che oggi dobbiamo imparare. Dovreste sforzarvi di conoscere la vostra vera identità; per fare ciò, dovete prima eliminare l’attaccamento al corpo. Questo è il mio fazzoletto. Quando dico: "Il mio fazzoletto", significa che sono separato da esso; quando dico: "Il mio corpo", significa che sono distinto da esso. Lo stesso vale quando dico: "La mia mente".
Allora, chi sono io? La costante ripetizione di ciò vi condurrà a farne esperienza.


Oggi, si fanno tanti esperimenti; siamo eroi nel fare esperimenti in laboratorio, ma zeri nella pratica. Dovremmo essere eroi nel mettere in pratica. È inutile essere eroi nel leggere libri o nel tenere conferenze. C’è un solo eroe: Dio.
Insegnano i Veda: Ekam sat viprah bahuda vadanti: "Solo l’Uno esiste; lo stesso Dio è descritto in molti modi dai saggi". Dio è la sola verità, tutto il resto è illusione. Tutto però diventa verità in compagnia di Dio. Dio è l’Eroe, è l’Uno; la natura è lo zero. Quando lo zero segue l’uno si ottiene il numero dieci. La Luna è zero, e anche tutte le altre cose sono zero. Se aumenta il numero degli zeri, posti dopo l’uno, la cifra s’accrescerà sempre più; se però togliete l’uno non rimarrà nulla. Quindi, anche un eroe (hero) si trasforma in una nullità (zero) se dimentica Dio. Potete essere grandi uomini, avere una posizione di prestigio, essere intellettuali di grande erudizione, ma, se dimenticate Dio, non potete definirvi intelligenti.

Aprite le porte del vostro cuore e assaporate la beatitudine
La scienza ha fatto grandi passi avanti in India; è avanzata. L’uomo ha effettuato dei viaggi nello spazio. A che scopo? Egli vuole sapere che cosa c’è nello spazio; vuole sapere che cosa c’è sulla Luna. Vuole anche raggiungere il Sole. Tutto ciò è un’insensatezza. Perché? Egli investiga e sperimenta, ma non sa che cosa c’è dentro di lui. Mentre cerca informazioni all’esterno, viene disturbato dalla sua parte interiore.


Per prima cosa, riconoscete la Divinità in voi. Aprite le porte del cuore e sviluppate sempre più amore! Comprendete la verità e sperimentate Dio. Lì si trova la felicità. È assai facile la strada per conoscere Dio; è la più facile, ma l’uomo lotta e si sforza. Al di fuori di questa strada, non c’è nulla di utile.


Dovreste compiere tutti i tentativi possibili per comprendere la Divinità immanente. Essa è coperta dall’ego e dall’ira. Perciò si afferma: Moham hithva punar vidya: "La vera conoscenza si ottiene allorché l’attaccamento è distrutto". Infatti, la Divinità è celata dall’attaccamento. Da dove ha origine tale attaccamento? I desideri eccessivi portano ad esso; perciò non date spazio a troppi desideri.


Incarnazioni d’Amore,
tutti voi siete incarnazioni del Divino. Sahasrasirsa purusah sahasraksah sahasrapad: "L’Essere Superiore ha mille teste, mille occhi e mille piedi". Voi siete incarnazioni del Divino e Ne farete esperienza se cercherete nella profondità di voi stessi.


Noi siamo responsabili delle nostre malattie
Potete farvi un buon nome pregando, facendo meditazione e yoga; da queste pratiche otterrete un po’ di pace, ma questa non sarà una pace duratura. Essa sarà temporanea. Se volete una pace permanente, dovrete nutrire un amore continuo. Bisogna sviluppare questo tipo d’amore: con l’amore la Terra può essere tramutata in cielo e il cielo in Terra. Questo sacro amore è dentro di voi, ma voi lo orientate nella direzione errata. Esso, allora, degenera e procede nel modo sbagliato. Questa degenerazione è dovuta al vostro modo di pensare. Siete voi i responsabili degli insuccessi, delle sofferenze e dei dolori. Siete voi gli artefici delle azioni malvagie e dei disordini che avvengono all’esterno.


Si studia molto; ma a che serve? Poc’anzi, il dottore ha parlato delle malattie e della loro cura. Perché le malattie insorgono? Il numero dei medici è in costante aumento; ce n’è uno per ogni famiglia, e ogni casa ha almeno due pazienti. A che serve allora studiare tanto? Non sono i cinque elementi esterni a essere responsabili delle malattie: la maggior parte di esse è d’origine psicologica. Siete destinati ad ammalarvi se continuate a pensare di star male. Non pensate mai di essere ammalati. Cercate sempre di sentirvi felici e in buona salute. Alimentate sempre il coraggio di sentirvi felici e sani.
Siete voi a cercarvi le malattie, giacché esse sono dovute alla vostra condizione psicologica. Abbandonate i pensieri negativi e sviluppate un amore sacro. Dovreste vivere un’esistenza divina: fareste allora esperienza della Divinità interiore che si manifesterebbe in tutto il suo splendore.


Il significato di Bharat

Questa è la cultura di Bharat (l’India), Nella parola "Bharata", Bha significa "splendore", e lo splendore è Dio. Rata vuol dire "amare". Chi ama Dio è dunque un vero Bharatiya (un vero Indiano). Oggi, non c’è amore per Dio. All’uomo è stata data l’intelligenza per conoscere Dio, non per accumulare denaro. Essa, invece, viene usata in modo errato in tal senso, anche se non è destinata a ciò. Si studia tanto. Perché? La gente pensa di studiare per conoscere la verità. No. Deve studiare per eliminare l’ignoranza. La vera istruzione consiste nel distruggere l’ignoranza e riconoscere la Divinità.


Incarnazioni d’Amore,
i ripetuti insegnamenti non aiuteranno l’uomo a conoscere la spiritualità. Egli non riesce a comprendere il Divino a causa delle conseguenze delle azioni compiute nelle precedenti vite. L’uomo esiste da migliaia di anni, ma non ha ancora compreso i valori umani. Per questo si dice che lo studio appropriato per l’uomo è l’uomo stesso. Di che si tratta? Della coerenza fra pensiero, parola e azione. La gente pensa una cosa, ne dice un’altra e agisce in modo ancora diverso. È un grave errore che porta a dover fronteggiare problemi e infelicità.


Fate che, almeno oggi, si sviluppi in voi perfetta armonia fra pensiero, parola e azione; avrete allora successo. Dite ciò che pensate e agite di conseguenza. Se, infatti, da ciò trarrete gioia, avrete manifestato il Divino. Non occorre che cerchiate Dio: voi siete Dio. Dio è in voi, con voi, sopra e sotto di voi, attorno a voi.


Conoscenza pratica, la strada che porta a Dio

Che cosa avete ottenuto in questo periodo? Quali pratiche spirituali avete intrapreso? Quali verità avete conosciuto? Se indagherete su ciò, non verrete a capo di nulla. Il mondo è pieno di conoscenza libresca, di conoscenza superficiale e generale, ma non di conoscenza pratica. Chi avrà conoscenza pratica comprenderà il Divino. In teoria, gli uomini sono tutti eroi, ma nella pratica sono degli zeri. Bisogna essere eroi nella pratica!


Mettete in atto almeno un principio eterno, come ad esempio dire la verità e sviluppare l’amore. Sarà sufficiente. Non c’è nulla più grande di questo. Non c’è nulla di superiore al dire la verità con amore. Satyannasti paro dharmah: "Non c’è dharma superiore alla verità". Che cos’è il dharma? Il vero dharma consiste nel crescere nell’amore. È l’amore a unificare tutto: questa unione vi aiuterà a realizzare l’unità nella diversità.


Incarnazioni dello Spirito divino,
abbiate dunque devozione e sincerità. Voi vi dedicate a dei rituali, ma ancora non trovate pace perché non conoscete il giusto sentiero e neppure avete insegnanti adeguati e buoni. Siete quindi irrequieti ogni attimo. Almeno da oggi, dovreste sviluppare amore sacro. Dite la verità per comprendere l’incarnazione della verità. Comprenderete allora il Divino. Qualunque sia il vostro sentiero spirituale, dovrebbe aiutarvi a sradicare l’ignoranza. Dovreste eliminare questa ignoranza. Che cos’è l’ignoranza? È credere a tutto ciò che è esteriore, allo scenario esterno. Dovreste discernere se una cosa è giusta o sbagliata, se è buona o cattiva. A esserne responsabile è la vostra visione; sviluppate dunque samyag drsti, il giusto modo di vedere. Allora diverrete meritevoli.


Swami è felice quando siete felici

Io sarò con voi. Sono sempre pronto a dirvi qual è la semplice strada che porta a Dio. Sarò felice solo quando anche voi lo sarete. Sforzatevi di tradurre in pratica ciò che udite.
Voi cantate i bhajan; essi sono altamente sacri e voi vi sentite contenti perché essi santificano il cuore. Tuttavia, affinché questa sacralità non svanisca, dovreste sempre cantarli col cuore. Non è quindi il canto dei bhajan in se stesso a essere importante. Esso non è solo ritmo, melodia e tempo. Il nome di Dio andrebbe cantato con amore; vedrete la manifestazione della Divinità con i vostri stessi occhi quando canterete la Sua gloria con tutto l’amore.
Molte grandi anime si sono unite a Dio per mezzo dell’amore. Vi ricordate di Mira che ottenne la liberazione ripetendo il nome di Krishna? Prahlada, morsicato dai serpenti, calpestato dagli elefanti, avvelenato, continuò, nonostante ciò, a cantare il nome di Dio e ottenne la liberazione. Egli considerava tutto divino: l’elefante, i serpenti e il veleno gli apparvero, quindi, come Dio.
Yad bhavan tad bhavati: "Ogni indole ha il suo frutto".
Pensate perciò a Dio con amore.

(Baba conclude il Discorso con il bhajan: "Prema mudita manase kaho...")


Dharmaksetra, Mumbai, 14 marzo 1999
da: Mother Sai n° 3/00